Mobilità elettrica: il governo al lavoro per una rete di ricarica efficiente

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In un contesto in cui si è molto più sensibili e attenti ai temi della salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità in ogni settore, sono sempre di più le persone che valutano anche per i mezzi di trasporto le opzioni alimentate a corrente. Una delle principali problematiche della mobilità elettrica, però, in Italia è l’attuale carenza di punti di ricarica sul territorio, il che scoraggia molte persone dall’adottare veicoli sostenibili

Infatti, altri ostacoli al trasporto green possono essere superati più facilmente: ad esempio, si può far fronte al prezzo elevato di tali veicoli ricorrendo a incentivi o alle offerte di noleggio auto elettriche, che permettono anche di guidare questa nuova tipologia di mezzi senza impegnarsi con grosse cifre di denaro iniziali.

Colonnine di ricarica nei distributori di benzina

Come già spiegato, uno dei principali deterrenti per le soluzioni di mobilità elettrica è la scarsità di punti di ricarica. Una delle sfide del governo per incentivare la transizione ecologica, pertanto, è proprio quella di istituire una rete ampia di colonnine per la ricarica veloce. Il progetto è quello di integrare tali colonnine nei già esistenti distributori di carburante o posizionarle in loro prossimità, al fine di agevolare la transizione verso il trasporto a emissioni zero in tutto il Paese.

Per far ciò, il ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e quello delle Imprese e del Made in Italy sono al lavoro su un apposito decreto, che prevede un contributo dello Stato per gli interventi di riqualificazione (compresa l’istallazione di pensiline fotovoltaiche per le stazioni di servizio situate in zone periferiche) e la semplificazione dell’iter burocratico. Per i distributori da riconvertire totalmente (e le aree circostanti) inoltre, sono previsti degli interventi per le bonifiche ambientali.

Gli obiettivi europei 

Uno degli obiettivi primari dell’Unione Europea è quello di attuare progressivamente la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Questo aiuterebbe l’Italia nel ridurre la propria dipendenza all’importazione di petrolio dai Paesi esteri e di incrementare, al tempo stesso, la propria indipendenza energetica. Tuttavia, gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, in termini di limitazione delle emissioni di CO2, sembrano essere eccessivamente ambiziosi per l’Italia. Infatti, l’Unione ha incrementato l’obiettivo di riduzione delle emissioni dal 30 fino al 45% entro il 2030 e tale mossa sembra essere insostenibile per il bel Paese. 

Il Ministero di riferimento, infatti, ha sottolineato che per poter assicurare una decarbonizzazione efficace occorre che sia attuata in modo sostenibile sia da un punto di vista sociale che economico, tenendo conto anche delle inevitabili ricadute occupazionali e produttive. Ad oggi, in effetti, la bozza del Disegno di Legge non pare contenere tempistiche precise in ordine alla realizzazione dei nuovi impianti di ricarica. 

Che cosa accadrà ai distributori di benzina

Spesso si sente parlare della transizione energetica e dei suoi possibili benefici, viceversa, di poco si è parlato di che fine faranno tutti i distributori di benzina. Questi ultimi, in tutto il territorio dell’Unione Europea ammontano a poco meno di 200 mila, di cui oltre 20 mila si trovano proprio in Italia. L’uso sempre maggiore delle auto alimentate a corrente genererà inevitabilmente una riduzione della domanda di carburante, la quale metterà in crisi il sistema di vendita al dettaglio di carburante. Ovviamente ciò non significa che tutti i distributori verranno meno, viceversa, come accennato, subiranno una sorta di evoluzione. Infatti, tra qualche anno si parlerà di “stazioni di ricarica”, presso le quali sarà possibile rifornire qualsiasi tipologia di veicolo, da quelli elettrici a quelli alimentati a idrogeno o con biocarburanti.

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